I dialetti
Nel Salento, tra Ostuni, Ceglie, Taranto a nord, e Grottaglie, Francavilla Fontana, San Vito dei Normanni a sud cade la linea di confine fra le due grandi famiglie dei dialetti dell’Italia meridionale. Il dialetto salentino (talvolta ritenuto lingua e non dialetto) è molto diverso da quelli della Puglia centro-settentrionale: a differenza di questi ultimi, appartenenti alla tipologia dei dialetti italiani meridionali, esso è classificato come meridionale estremo e costituisce una variante della lingua siciliana, molto simile in particolare al siciliano orientale. Esemplare, a tal proposito, la confusione su cui giocò il cantante e attore Domenico Modugno, cresciuto a San Pietro Vernotico, che per lungo tempo fu considerato siciliano e per tutta la carriera interpretò personaggi siciliani al cinema e in teatro.
Enogastronomia
La cucina salentina è ricca di ottimi piatti, specie a base di verdure e pesce, ed è accompagnata da pregiati vini DOC, come il Primitivo di Manduria o il Negroamaro. Tra i piatti tipici i Pezzetti, uno spezzatino di carne di cavallo al sugo piccante, la Pitta, una pizza bassa di patate ripiena di ingredienti vegetali, quali cipolle, rape, pomodoro, e il pane con le olive, la Puccia. Il re dello street food salentino è il Rustico, una sfoglia sottile cotta in forno, ripiena di besciamella, mozzarella, pomodoro, pepe e (a volte) noce moscata. Altro alimento tipico è la Frisedda o frisa: una ciambella di pane duro biscottato, spesso di grano o d’orzo, tagliata a metà cottura in orizzontale. Va ammorbidita in acqua e condita con olio, sale e pomodoro. Ottime le Pittule (o Pettule), frittelle tonde ripiene di rape, fiori di zucca, baccalà, o vuote, da gustare inzuppate nel vin cotto. Rinomata è la pasticceria: da provare il Pasticciotto leccese, il Fruttone, le Bocche di Dama, la Pasta di mandorla e lo Spumone.
Tradizioni musicali
Di particolare interesse antropologico sono l’ormai estinto fenomeno del tarantismo, una forma isterica di straordinario impatto scenico, e l’invece rimontante culto per la pizzica, la musica tradizionale e battente che un tempo accompagnava i riti di guarigione delle tarantate, cioè delle donne che si credeva fossero state morse dalla tarantola. In realtà, si trattava di un originale modo di manifestarsi dell’isteria.
Negli ultimi anni quello della pizzica e della revisione formale del tarantismo, ormai svuotato dei suoi connotati antropologici tradizionali, in forme musicali contaminate e moderne ha assunto dimensioni di fenomeno culturale, al punto da farne il più caratteristico e famoso dei segni di riconoscimento del Salento, che esporta ormai ovunque, quasi come marchio di fabbrica, questa forma musicale.